Perché non devi mai buttare l’acqua della pasta nel lavandino (lo spiegano gli esperti)

Perché non devi mai buttare l’acqua della pasta nel lavandino (lo spiegano gli esperti) - svoltacagliari.it

Lorenzo Fogli

Settembre 29, 2025

Ogni giorno milioni di italiani la versano nel lavandino convinti di fare la cosa giusta: eppure l’acqua di cottura della pasta non andrebbe mai buttata nello scarico.

In Italia la pasta è più di un alimento: è parte dell’identità culturale, un rito che si ripete quotidianamente nelle cucine. Ogni famiglia ha le proprie abitudini, ma su un punto quasi tutti concordano: quando l’acqua bolle, è il momento giusto per calarla. Poco si riflette invece sul destino dell’acqua di cottura, che per consuetudine viene rovesciata nel lavandino. Un gesto che appare banale, ma che secondo gli esperti può avere conseguenze concrete sulle tubature di casa.

Molti pensano, anzi, che l’acqua bollente possa aiutare a mantenere i tubi liberi da ostruzioni, quasi fosse un rimedio naturale. Non è così: quella convinzione appartiene più al mondo delle credenze popolari che a dati reali. L’acqua della pasta, ricca di amido, ad alte temperature rischia di danneggiare lo scarico invece di proteggerlo.

Perché non va buttata nel lavandino

Gli idraulici spiegano che anche una piccola quantità di acqua bollente può incidere sulla durata delle tubature. Le condutture domestiche non sono progettate per ricevere liquidi così caldi in modo frequente. A questo si aggiunge la presenza dell’amido, che non ha proprietà disincrostanti, al contrario può contribuire a creare residui lungo le pareti interne dei tubi.

Chi ha creduto che potesse funzionare come i prodotti chimici in vendita per liberare gli scarichi, si trova di fronte a un’illusione. L’acqua della pasta non svolge alcun ruolo simile. Le sostanze presenti al suo interno non agiscono come disostruenti e il calore elevato, seppur per pochi istanti, è sufficiente a generare microdanni invisibili. Con il tempo, questi piccoli danni possono trasformarsi in problemi più seri e costosi da risolvere.

Anche il paragone con i liquidi di scarico provenienti da lavatrici e lavastoviglie non regge. In quei casi, infatti, la temperatura dell’acqua che finisce nei tubi è più bassa e gestita da sistemi appositi. Versare ripetutamente acqua bollente e ricca di amido in cucina, invece, espone lo scarico a uno stress maggiore, con conseguenze che non sempre si manifestano subito ma che possono compromettere la funzionalità dell’impianto.

Come riutilizzarla senza sprechi

La prossima volta che cucini un piatto di pasta puoi riconsiderare l’uso dell’acqua di cottura. È possibile sfruttarla in diversi modi evitando sia sprechi sia rischi per le tubature.

Il primo utilizzo, quello più noto, è in cucina. L’acqua della pasta contiene amido che può aiutare ad amalgamare meglio i condimenti, rendendo le salse più cremose. Basta conservarne un mestolo da aggiungere al sugo durante la mantecatura. È un trucco che molti chef utilizzano da tempo per legare meglio pasta e condimento.

Un secondo uso riguarda la pulizia domestica. Se lasciata raffreddare, l’acqua di cottura può essere impiegata per sgrassare stoviglie e pentole, immergendole in una bacinella. L’amido rilasciato dalla pasta crea infatti un effetto che aiuta a staccare i residui di cibo.

Chi ha piante sul balcone o in giardino può anche considerare di riciclarla, a patto che sia completamente fredda e priva di sale. In quel caso diventa una risorsa utile per l’irrigazione, arricchendo il terreno di alcune sostanze nutrienti.

Se proprio si decide di buttarla, almeno è bene adottare qualche accorgimento. Gli esperti consigliano di far scorrere acqua fredda dal rubinetto mentre si versa quella di cottura nel lavandino. In questo modo si riduce l’impatto della temperatura elevata sui tubi e si abbassa il rischio di danneggiarli.

Gestire l’acqua della pasta con attenzione non significa complicarsi la vita. È un gesto semplice, che richiede pochi secondi, ma può evitare spese impreviste per riparazioni e allo stesso tempo permette di dare un piccolo contributo alla riduzione degli sprechi domestici.

Foto di Lorenzo Fogli