Disoccupati nel 2025-2026, non tutti avranno il sostegno: ecco chi rischia di restare senza (e come fare per non perderlo)

Come richiederlo

Novità riguardo bonus ed aiuti per i disoccupati-svoltacagliari.it

Franco Vallesi

Ottobre 2, 2025

Dall’Assegno di Inclusione alla NASpI, fino ai bonus locali: ecco quali strumenti possono richiedere i disoccupati e chi rischia di restarne escluso.

In un’Italia in cui precarietà lavorativa e rischio di esclusione sociale sono ancora una realtà quotidiana, conoscere i principali strumenti di aiuto messi a disposizione dallo Stato diventa fondamentale. Non tutte le persone senza lavoro, però, hanno diritto automaticamente a un sostegno: le regole cambiano in base a reddito, ISEE, patrimonio e contributi versati.

Il quadro attuale, aggiornato al 2025, vede come protagonisti tre grandi strumenti nazionali: Assegno di Inclusione, NASpI e DIS-COLL, affiancati da misure locali gestite direttamente dai Comuni. Vediamo in dettaglio come funzionano, a chi spettano e quali sono i limiti previsti.

L’Assegno di Inclusione: la misura centrale dal 2024

Dal 1° gennaio 2024, l’Assegno di Inclusione (ADI) ha preso il posto del Reddito di cittadinanza, introducendo criteri più stringenti. La misura è rivolta a famiglie in condizione di povertà che abbiano al loro interno almeno un minorenne, un over 60, una persona con disabilità o in stato di svantaggio sociale certificato.

Chi può accedervi
Le nuove regole per accedere ai sussidi-svoltacagliari.it

Secondo quanto stabilito dal Ministero del Lavoro, per ottenere il beneficio bisogna avere:

  • un ISEE sotto i 10.140 euro;

  • un reddito familiare annuo sotto i 6.500 euro (soglia che sale a circa 8.190 euro se nel nucleo ci sono over 67 o disabili).

In più, ci sono limiti patrimoniali: non si possono possedere immobili oltre la prima casa per più di 30mila euro né auto di grossa cilindrata o imbarcazioni.

È previsto anche un vincolo di residenza: almeno 5 anni in Italia, di cui gli ultimi 2 continuativi. L’ADI non è solo un assegno economico: chi è considerato “occupabile” deve aderire a un Patto di attivazione digitale e partecipare a percorsi di inserimento lavorativo o sociale.

Un aspetto spesso trascurato è che l’Assegno non copre chiunque sia disoccupato: molti richiedenti vengono esclusi perché non rispettano i requisiti patrimoniali o non hanno persone fragili nel nucleo.

NASpI e DIS-COLL: i sussidi per chi perde il lavoro

Chi perde un impiego può fare affidamento su due strumenti di sostegno al reddito gestiti dall’INPS: la NASpI e la DIS-COLL.

La NASpI è destinata ai lavoratori dipendenti che hanno perso il posto in modo involontario. Per accedervi bisogna avere almeno 13 settimane di contributi negli ultimi 4 anni e 30 giornate effettive di lavoro nell’ultimo anno. Non spetta a chi si dimette, tranne i casi di giusta causa.

La DIS-COLL riguarda invece i collaboratori coordinati e continuativi, i dottorandi con borsa di studio, gli assegnisti di ricerca e tutti coloro iscritti alla Gestione Separata. Per richiederla servono almeno un mese di contributinell’anno precedente alla fine del rapporto.

Entrambe hanno una durata legata ai contributi versati e un importo che si riduce del 3% al mese dal sesto mese in poi. Sono quindi misure temporanee, pensate per accompagnare la persona fino al rientro nel mondo del lavoro.

Gli aiuti locali e i bonus specifici

Accanto agli strumenti nazionali, molti Comuni italiani offrono aiuti mirati per i disoccupati. Tra questi:

  • contributi per affitto e utenze domestiche;

  • agevolazioni sui trasporti;

  • esenzioni scolastiche;

  • bonus per famiglie con figli minori o donne sole.

Un ulteriore sostegno, valido anche per chi non lavora, è rappresentato dall’Assegno Unico Universale, che garantisce un importo mensile proporzionato al reddito per ogni figlio a carico.

Queste misure, però, cambiano molto da città a città. Per sapere quali sono attive, bisogna rivolgersi agli sportelli sociali del Comune o al Centro per l’impiego.

Chi resta escluso e cosa aspettarsi dal futuro

Non tutti i disoccupati hanno diritto a un sostegno. Chi possiede un patrimonio oltre le soglie, un’auto di grossa cilindrata o non rispetta i requisiti contributivi non può accedere ai sussidi. Lo stesso vale per chi non partecipa ai percorsi di inclusione previsti dal Patto digitale.

Guardando avanti, la legge di bilancio 2026 potrebbe introdurre modifiche agli importi e ai criteri di accesso, anche per allinearsi agli obiettivi europei sull’inclusione sociale. Inoltre, diversi enti locali stanno sperimentando nuove forme di reddito territoriale, che uniscono sostegno economico e progetti di reinserimento nella comunità.

La situazione resta quindi complessa: esistono strumenti di aiuto, ma non sono universali e richiedono attenzione alle regole. Per chi si trova senza lavoro, informarsi e rispettare i requisiti è il primo passo per ottenere un sostegno. In attesa delle prossime mosse del governo, resta centrale il dibattito su come coniugare aiuto economico e reinserimento lavorativo, due facce della stessa medaglia.

Foto di Franco Vallesi