Il nuovo bonus domotica 2025 introduce detrazioni più basse rispetto al passato. Ecco chi può beneficiarne, quali spese sono ammesse e come richiederlo per non perdere il vantaggio fiscale.
Il bonus domotica 2025 è stato confermato, ma con novità importanti. La misura, introdotta per favorire l’installazione di sistemi intelligenti in grado di migliorare l’efficienza energetica degli edifici, ha visto una riduzione delle aliquote di detrazione. La legge di Bilancio ha infatti rimodulato al ribasso le percentuali rispetto al 2024, rendendo necessario valutare con attenzione tempi e modalità degli interventi.
L’incentivo riguarda esclusivamente edifici già esistenti ed è destinato a chi intende installare dispositivi di building automation, strumenti che consentono di controllare da remoto riscaldamento, climatizzazione e acqua calda sanitaria. Obiettivo dichiarato: favorire il risparmio energetico e accompagnare le famiglie verso abitazioni sempre più smart.
Le nuove aliquote di detrazione fiscale
Con la manovra 2025 la detrazione riconosciuta dal bonus domotica passa dal 65% del 2024 al 50%, se i lavori riguardano la prima casa. Per le altre abitazioni, come seconde case o immobili a disposizione, la percentuale scende al 36%.

Il quadro cambia ulteriormente per gli anni successivi: nel 2026 e 2027, le aliquote si abbasseranno rispettivamente al 36% e al 30%. Si tratta di un ridimensionamento significativo, che spinge a considerare la possibilità di anticipare gli interventi per beneficiare di una percentuale più alta.
In pratica, installare oggi sistemi di automazione domestica permette di ottenere un vantaggio fiscale maggiore rispetto a chi deciderà di attendere. Per questo il bonus domotica è destinato a incidere nelle scelte di chi pianifica interventi di ristrutturazione o di miglioramento energetico.
Quali interventi rientrano nelle agevolazioni
Gli impianti domotici incentivati sono quelli che permettono di ottimizzare i consumi e gestire le funzioni domestiche da remoto. Rientrano tra le spese agevolabili:
termostati smart e cronotermostati Wi-Fi, capaci di regolare la temperatura in modo automatico;
sistemi di climatizzazione intelligente, che includono la gestione dell’illuminazione e il monitoraggio dei consumi;
valvole termostatiche elettroniche, utili per regolare il calore nei singoli ambienti.
Le norme escludono invece gli apparecchi utilizzati solo per la gestione remota, come smartphone, tablet o computer, che non possono rientrare nelle detrazioni. In sostanza, ciò che viene agevolato è l’impianto, non i dispositivi personali che lo comandano.
Va ricordato che fino al 2023 alcuni lavori di automazione erano inclusi anche nel bonus barriere architettoniche al 75%. Oggi non è più così: dal 2024, questa misura copre esclusivamente scale, rampe, ascensori e piattaforme elevatrici. Per tapparelle e porte automatizzate rimane quindi solo il bonus domotica.
Chi può richiedere il bonus domotica 2025
Il beneficio non è riservato ai soli proprietari degli immobili. Secondo l’Agenzia delle Entrate, possono accedere all’agevolazione:
i titolari di diritti reali sull’immobile, come usufruttuari e nudi proprietari;
i condòmini, per interventi sulle parti comuni del palazzo;
gli inquilini in affitto;
i comodatari;
i familiari conviventi con il possessore o il detentore dell’abitazione.
Rientrano quindi anche coniugi, componenti dell’unione civile, parenti fino al terzo grado e affini entro il secondo grado, oltre al convivente di fatto. Un’ampia platea, dunque, che amplia le possibilità di utilizzo dell’incentivo.
Per le imprese, il bonus è fruibile in relazione ai fabbricati strumentali all’attività. In questo caso, la detrazione avviene dall’Ires e può rappresentare un vantaggio competitivo anche in termini di efficienza energetica aziendale.
Come funziona la detrazione e gli adempimenti richiesti
Le spese ammesse al bonus domotica 2025 possono essere portate in detrazione dall’Irpef o dall’Ires in dieci rate annuali di pari importo. Non è previsto lo sconto in fattura o la cessione del credito, strumenti che in passato avevano favorito la diffusione degli interventi.
Per ottenere l’agevolazione è obbligatorio inviare la comunicazione all’Enea entro 90 giorni dalla conclusione dei lavori. Sul portale dedicato bisogna compilare una scheda descrittiva dell’intervento, corredata dal codice CPID rilasciato in fase di registrazione. La pratica deve essere firmata dal beneficiario e da un tecnico abilitato, che rilascia anche l’asseverazione tecnica.
In assenza di questa comunicazione, la detrazione non può essere riconosciuta. Un aspetto che spesso sfugge ai contribuenti, ma che è fondamentale per non perdere il diritto al rimborso fiscale.
Un incentivo ridotto ma ancora utile
Nonostante le percentuali inferiori rispetto al passato, il bonus domotica resta uno strumento utile per chi vuole investire in tecnologie smart capaci di ridurre i consumi e migliorare il comfort domestico. La possibilità di gestire il riscaldamento, l’illuminazione o la climatizzazione da remoto permette infatti di ottimizzare le spese e limitare gli sprechi.
Per le famiglie e i professionisti che hanno in programma lavori nel breve termine, sfruttare le aliquote più alte del 2025 può tradursi in un risparmio concreto. In attesa delle ulteriori riduzioni del 2026 e del 2027, il messaggio del legislatore è chiaro: chi investe oggi otterrà più vantaggi di chi deciderà di rimandare.