Direttive europee, conferenze globali e nuove tecnologie energetiche rendono il 2025 un passaggio cruciale nella lotta al cambiamento climatico.
Il 2025 si presenta come un anno spartiacque per le politiche ambientali. In Europa, in Cina e in Brasile sono attese decisioni che potrebbero segnare il futuro delle prossime generazioni. Dalle normative sulla circular economy al picco delle emissioni di gas serra in Asia, passando per i negoziati internazionali e le nuove tecnologie nel settore dell’energia, i prossimi mesi saranno determinanti per capire se l’umanità riuscirà a rimanere entro i limiti fissati dall’Accordo di Parigi.
L’Europa spinge sull’economia circolare, la Cina punta sulla decarbonizzazione, il Brasile prepara la COP30. In parallelo, l’uso dell’intelligenza artificiale si intreccia sempre più con la sostenibilità e arrivano sul mercato le prime batterie al sodio, considerate l’alternativa al litio. Un mosaico di sfide e opportunità che merita di essere osservato con attenzione.
Economia circolare e Green Deal 2.0: l’Europa al centro della transizione
Il nuovo mandato della Commissione Europea guidata dalla commissaria Jessika Roswall, responsabile per Ambiente, resilienza idrica ed economia circolare, si apre con un’agenda fitta di provvedimenti. Al centro c’è il rafforzamento del Green Deal 2.0, con misure volte a trasformare radicalmente il modo in cui l’Europa produce e consuma.
Il Circular Economy Act è tra i dossier più rilevanti. L’obiettivo è chiaro: creare un mercato unico dei rifiuti, promuovere l’uso di materiali secondari e stabilire regole comuni per il riciclo. Una strategia che mira a ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime, aumentando al tempo stesso la competitività delle imprese europee.

Altro tassello importante è l’attuazione della Ecodesign for Sustainable Products Regulation (ESPR), che obbligherà i produttori a progettare beni più durevoli e riparabili. La Direttiva sul diritto alla riparazione, entrata in vigore nel 2024, avrà un impatto immediato sui consumatori, che potranno riparare elettrodomestici ed elettronica con maggiore facilità. È prevista anche la creazione di una piattaforma online per collegare cittadini e riparatori.
Non meno significativa la discussione sul nuovo Regolamento sugli imballaggi: entro il 2030 dovranno essere tutti riciclabili. Un traguardo ambizioso, che richiederà innovazioni soprattutto per plastica e metalli.
Un dato già fa riflettere: durante una conferenza internazionale, una slide proiettata su un maxischermo ha mostrato come l’Italia sia oggi il paese europeo con il più alto tasso di riciclo totale dei rifiuti (72%), davanti a Germania, Francia, Spagna e Regno Unito. Un primato che conferma la possibilità di conciliare industria e sostenibilità, ma che impone anche di continuare a innovare per non perdere il vantaggio competitivo.
La Cina al picco delle emissioni e l’uso dell’IA per il clima
Se l’Europa punta sulla regolamentazione, la Cina si trova di fronte a una sfida epocale. Secondo le stime, nel 2025 il Paese raggiungerà il picco delle emissioni di gas serra, un traguardo fondamentale per mantenere l’impegno con gli Accordi di Parigi.
I numeri raccontano un’accelerazione impressionante: oltre 200 gigawatt di energia solare installati nel solo 2023, una quota di mercato dei veicoli elettrici pari al 30% e un settore tecnologico che sta spingendo verso la decarbonizzazione. Eppure, il mix energetico cinese resta dominato dal carbone, che copre circa il 60% della produzione elettrica.
Accanto a questi sviluppi, cresce il ruolo dell’intelligenza artificiale come alleata della sostenibilità. L’IA viene usata per prevedere fenomeni climatici estremi – dagli uragani agli incendi – riducendo i danni economici e sociali. Le smart gride i digital twins ottimizzano la distribuzione dell’energia rinnovabile, mentre la blockchain viene sperimentata per tracciare flussi di rifiuti e materie prime, garantendo trasparenza nei processi industriali.
Eppure, anche l’IA presenta contraddizioni. L’addestramento dei modelli richiede un consumo energetico elevatissimo, con server che bruciano enormi quantità di elettricità. Una sfida che solleva interrogativi sul reale impatto ambientale della rivoluzione digitale.
Conferenze globali e nuove tecnologie: Roma e Belém al centro
Il 2025 sarà anche un anno di grandi conferenze. A febbraio, Roma ospiterà la COP16bis sulla biodiversità, guidata dalla presidenza colombiana, con l’obiettivo di mobilitare risorse economiche e ridurre incentivi dannosi. Un appuntamento che porterà l’Italia al centro dell’attenzione internazionale, soprattutto per i settori dell’agroalimentare e della cosmetica.
A novembre, invece, si terrà a Belém, in Brasile, la COP30, definita “la COP dell’Amazzonia”. Qui i 196 paesi membri dovranno presentare nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni. Secondo il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, sarà l’ultima occasione per evitare una “rottura irreversibile del sistema climatico”.
Sul fronte industriale, occhi puntati sulle batterie al sodio. Più economiche e sostenibili delle batterie al litio, non richiedono cobalto né nichel e sono considerate ideali per lo stoccaggio di energia rinnovabile. Colossi cinesi come CATL hanno già annunciato i primi prodotti destinati al mercato nel 2025, soprattutto per impianti solari ed eolici. Una tecnologia che potrebbe ridurre i costi e accelerare la diffusione delle rinnovabili.
La sfida è aperta anche in Europa, ma i ritardi e alcune difficoltà industriali, come il recente stop della Northvolt, rischiano di consegnare la leadership alla Cina.