Il governo ha confermato il bonus ristrutturazioni anche per il 2026, ma le nuove regole non saranno uguali per tutti: ecco cosa cambia e perché conviene muoversi subito.
Negli ultimi giorni è arrivata la notizia che molti cittadini attendevano: il bonus ristrutturazioni sarà disponibile anche nel 2026. Una conferma che rassicura famiglie e imprese del settore edile, timorose di perdere uno degli strumenti fiscali più usati in Italia.
Eppure, dietro l’annuncio, c’è una novità che rischia di cambiare le carte in tavola. Non si tratta infatti di un rinnovo identico alle regole attuali, ma di un meccanismo diverso, con vantaggi ancora consistenti per alcuni e benefici ridotti per altri. In altre parole, non tutti potranno godere dello stesso sconto fiscale.
Bonus ristrutturazioni oggi: cosa resta e cosa cambia dal 2026
Fino al 31 dicembre 2024, il bonus ristrutturazioni permette di ottenere una detrazione del 50% sulle spese sostenute, fino a un massimo di 96.000 euro per unità immobiliare. Una misura che, negli ultimi anni, ha aiutato milioni di italiani a finanziare lavori di manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia.
Ma dal 2025 lo scenario inizia a cambiare. Le nuove regole, approvate in legge di bilancio, prevedono che la detrazione al 50% resti valida solo per la prima casa. Per le seconde abitazioni e altri immobili la percentuale scenderà invece al 36%.

Il cambiamento non si ferma qui. Dal 2027, la stretta diventerà ancora più marcata: il beneficio per la prima casa scenderà al 36%, mentre per gli altri immobili la detrazione crollerà al 30%. Il tetto massimo di spesa resterà invece fissato a 96.000 euro, senza modifiche.
Una differenza che pesa. Oggi, su una spesa di 60.000 euro, si recuperano 30.000 euro in dieci anni. Nel 2026, la stessa cifra su una seconda casa genererà appena 21.600 euro di detrazione. Un taglio che può fare la differenza nelle scelte di chi ha più proprietà.
Come sfruttare al meglio la finestra 2025-2026
Il nuovo quadro normativo rende la tempistica fondamentale. Chi ha in mente lavori sulla propria abitazione principale farebbe bene a pianificare subito, cercando di concentrare le spese entro il 2025, così da beneficiare della detrazione più alta.
Per chi possiede più immobili, la strategia diventa più delicata: occorre valutare attentamente quali cantieri avviare subito e quali rinviare, sapendo che dal 2026 gli sconti saranno meno generosi.
Un punto cruciale riguarda i pagamenti. Per usufruire del bonus è obbligatorio utilizzare il bonifico parlante, che deve riportare la causale specifica, il codice fiscale di chi beneficia della detrazione e la partita IVA dell’impresa esecutrice. Senza questa procedura, il diritto al bonus decade.
Le imprese edili e i professionisti dovranno a loro volta ripensare la programmazione. Chiuderanno più contratti nel 2025, quando la percentuale resta al 50% per la prima casa, mentre nel 2026 dovranno fare i conti con una domanda più selettiva. Non a caso molti operatori consigliano di integrare il bonus ristrutturazioni con altre misure, come l’ecobonus per l’efficienza energetica o il sismabonus, che possono sommarsi al beneficio fiscale principale.
Chi è indeciso se partire con i lavori deve considerare che il 2025 rappresenta una finestra d’oro, prima che i tagli alle detrazioni diventino ancora più pesanti.
Esempi pratici di risparmio
Per comprendere meglio l’impatto delle nuove regole, basta fare alcuni calcoli:
Oggi (2024): spesa di 50.000 euro su una casa → detrazione di 25.000 euro.
Nel 2026, prima casa: stessa spesa → detrazione di 25.000 euro (ancora al 50%).
Nel 2026, seconda casa: stessa spesa → detrazione di 18.000 euro (36%).
Dal 2027, prima casa: stessa spesa → detrazione di 18.000 euro (36%).
Dal 2027, seconda casa: stessa spesa → detrazione di 15.000 euro (30%).
In dieci anni, la differenza può arrivare a 10.000 euro in meno di rimborsi.
Perché il governo ha cambiato le regole
La scelta di ridurre gradualmente le detrazioni non nasce dal nulla. Il bonus ristrutturazioni è stato negli anni uno dei pilastri della politica fiscale italiana, ma anche una voce pesante per i conti pubblici. Il governo ha deciso di ridurre i costi per lo Stato, mantenendo un aiuto importante per le famiglie ma ridimensionando il beneficio per le proprietà non principali.
Un compromesso che punta a garantire equilibrio tra incentivi e sostenibilità economica, senza però cancellare un bonus che resta centrale per il settore edilizio.
Il futuro delle ristrutturazioni: tra opportunità e rischi
Il 2025-2026 sarà un biennio di transizione. Per molti italiani rappresenta l’ultima occasione di sfruttare condizioni ancora vantaggiose, prima che la stretta del 2027 riduca ulteriormente le detrazioni.
Chi intende avviare lavori deve quindi muoversi con programmazione e consapevolezza: pianificare le spese, scegliere imprese affidabili, rispettare la burocrazia fiscale. Solo così sarà possibile non perdere i vantaggi residui di una misura che, seppur ridimensionata, continua a rappresentare una risorsa importante.