Dal tè verde allo yoga: i rimedi naturali (sempre affiancati alle terapie tradizionali) che davvero aiutano durante le cure

Malattie oncologiche

Sempre più pazienti affiancano alle cure prescritte metodi alternativi. Attenzione ai rischi-www.svoltacagliari.it

Franco Vallesi

Ottobre 8, 2025

Sempre più pazienti oncologici si rivolgono a rimedi naturali per alleviare gli effetti collaterali delle terapie. Ma tra strategie utili e pratiche rischiose, la linea di confine è sottile.

Nessuno sa quanti siano con precisione, perché non esistono statistiche ufficiali, ma gli oncologi stimano che tra il 40 e il 60% dei malati di tumore ricorra a cure naturali. Lo fanno soprattutto per contrastare nausea, dolore, spossatezza e ansia legati ai trattamenti. L’elenco dei rimedi è ampio: erbe, meditazione, yoga, agopuntura, alimentazione “alternativa”, vitamine e integratori.

Il problema è che solo una parte di queste strategie è davvero utile e sicura. Altre, al contrario, possono risultare dannose o addirittura interferire con le cure anticancro, rendendole meno efficaci.

Cure naturali o cure complementari: la differenza che salva la vita

Il presidente del CIPOMO (Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri), Paolo Tralongo, chiarisce un punto fondamentale: «Le cosiddette cure naturali non sono un’alternativa alla chirurgia, alla radioterapia o alla chemioterapia, ma possono essere al massimo terapie complementari».

Gli studi dimostrano che chi rifiuta le terapie standard per affidarsi a presunte cure alternative ha una maggior probabilità di morire. Un dato crudo, che smonta la narrativa dei rimedi “miracolosi”. Diverso il discorso per pratiche integrative come agopuntura, yoga o mindfulness, che possono portare benefici sul piano del benessere psicofisico.

L'importanza della medicina tradizionale
Cure altrantive, sole se affiancate a quelle tradizionali, potrebbero aiutare nella guarigione. Ma mai sostituirle ai protocolli oncologici!-www.svoltacagliari.it

Ma il consiglio degli oncologi è sempre lo stesso: parlarne con il medico curante. Un mix incontrollato di integratori o tisane, pur se “naturali”, può generare reazioni allergiche, interazioni farmacologiche e riduzione dell’efficacia dei farmaci antitumorali.

Perché i pazienti ricorrono a rimedi “extra”

Secondo Carlo Garufi, consigliere CIPOMO e direttore dell’Oncologia Medica al San Camillo Forlanini di Roma, le ragioni sono molteplici. I malati e i loro familiari cercano strategie per ridurre gli effetti collaterali delle cure, recuperare energie, rafforzare le difese immunitarie, alleviare dolore, ansia e stress.

Questa spinta nasce spesso dal desiderio di “fare qualcosa in più” rispetto alle cure tradizionali. Si parla di “medicina integrativa”: per esempio, associare l’agopuntura a un ciclo di chemioterapia per ridurre nausea o dolori articolari.

Il vero rischio è che molti pazienti non informano il proprio oncologo di queste pratiche, affidandosi al passaparola, a internet o a figure non qualificate, spesso costose e poco trasparenti. Eppure è proprio l’oncologo che dovrebbe conoscere tutto ciò che il paziente assume o pratica, per distinguere tra ciò che è sicuro e ciò che non lo è.

Strategie utili e riconosciute

Negli ultimi anni la comunità scientifica ha riconosciuto l’efficacia di alcune pratiche complementari. In particolare:

  • Esercizio fisico, yoga e tai chi, che migliorano forza, mobilità e riducono stress e stanchezza.

  • Agopuntura, utile nel controllo del dolore articolare provocato da alcuni farmaci oncologici, nelle vampate di calore da ormonoterapia e in certi casi di nausea.

  • Mindfulness e tecniche meditative, che aiutano a migliorare il sonno, gestire ansia e ridurre stress cronico.

  • Sostegno psiconcologico, spesso determinante per migliorare la qualità della vita del malato e dei suoi familiari.

Alcuni rimedi alimentari, come zenzero e tè verde, hanno dimostrato effetti positivi nel limitare nausea e tossicità di specifiche terapie. Anche le attività creative (musica, danza, arteterapia) sono considerate un supporto per il benessere emotivo e sociale.

Strategie inutili o dannose

Non mancano però le pratiche che si sono rivelate inutili o addirittura pericolose. Tra queste:

  • Integratori antiossidanti ad alte dosi, che possono annullare l’effetto di alcuni farmaci.

  • Fitoterapia con erbe e preparati vegetali non certificati.

  • Minerali, ozonoterapia, ossigenoterapia, fitoestrogeni: nessuna efficacia dimostrata, rischio di danni collaterali.

  • Diete estreme o restrittive, spesso presentate come “anticancro”. Non esiste alcuna prova che limitare drasticamente calorie o eliminare interi gruppi alimentari possa bloccare il tumore. Al contrario, tali pratiche possono indebolire ulteriormente un corpo già provato dalla malattia.

Come ribadisce Tralongo, «naturale non significa sempre sicuro».

Le cure di supporto negli ospedali

Dal 2010, presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, è attiva una delle prime Unità Cure di Supporto. Questi reparti, rari in Italia, hanno un obiettivo preciso: seguire i pazienti oncologici non solo nelle cure, ma anche nei sintomi, nella sfera emotiva, sociale e spirituale.

Come spiega Andrea Antonuzzo, responsabile dell’Oncologia Medica 4 all’INT, «le cure di supporto alleviano dolore e sintomi, riducono la frequenza degli effetti collaterali e aiutano i malati a ritrovare equilibrio psicologico e fiducia». Una visione globale che mira a migliorare la qualità della vita lungo tutto il percorso della malattia.

Foto di Franco Vallesi